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Dragonball Z: Battle of Z

dragonball battle of z

Scheda gioco

Uscito il:
23/01/2014
Piattaforma:
, ,
Generi:
Developer:
Artdink
Publisher:
Namco Bandai
Sito:
Sito ufficiale

Voto redazione

6

Ricordo ancora adesso come se fosse ieri tutti i pomeriggi estivi passati giocando al mitico budokai tenkaichi 2 e 3 sulla mia cara playstation 2 che ogni tanto riaccendo. Proprio per recensire il nuovo gioco della serie di dragonball l’ho fatto e non ho potuto non notare la direzione in cui il brand si sta indirizzando. DragonBall Z: Battle of Z è uscito giusto qualche giorno fa e, nonostante le incredibili promesse, si presenta come un gioco non più che sufficiente, ma comunque adatto a tutti i fan della serie. Andiamo a vedere in cosa gli sviluppatori potevano senza alcun dubbio fare di meglio.

Gameplay del tutto nuovo!

Dragon Ball Z Battle of Z

Il tentativo di Namco Bandai era chiaro: riuscire a far ritornare il brand di DragonBall al successo dei capitoli per Playstation 2 con una ventata di aria fresca, cercando così di coinvolgere sempre più giocatori. Anche per questo motivo lo sviluppo del gioco è stato affidato ad un nuovo team di sviluppo Artdink che ha proposto un combact system tutto nuovo. L’idea, seppur molto originale, di permettere al giocatore di combattere in squadre da 4 lottatori sia online che non, purtroppo non è riuscita a portare il gioco a quel livello che tutti i fan si aspettavano. Diciamocelo chiaramente: i problemi ci sono e ce ne sono parecchi. L’idea e la voglia di rinnovamento si sente ma l’iniziale divertimento ed entusiasmo dovuto appunto alla possibilità di lottare in squadra finisce poi per scemare dopo qualche ora di gioco, evidenziando invece un pressapochismo e superficialità generale che spesso finisce per infastidire.

Incredibile senza alcun dubbio l’arco narrativo degli eventi del gioco che racconta tutte le vicende di Goku: dall’arrivo di Radish nella terra fino allo scontro contro il Dio della distruzione che potremo vedere tutti nella prossima animazione in uscita nei cinema. Altrettanto incredibile è il roster di personaggi che, come diretta conseguenza dell’ampia narrazione, è praticamente gigantesco: lungo il progredire dell’avventura potrai infatti scegliere tra ben 70 combattenti differenti. Purtroppo però il gioco risulta essere solo un continuo susseguirsi di battaglie. La mancanza dell’open world alla fine non si sente più di tanto o comunque quanto la mancanza di una narrazione o di cutscene perlomeno decenti ed interessanti. Proprio questo è uno tra gli aspetti che più non ho sopportato: le cutscene tendono a riassumere gli eventi in modo incredibilmente sbrigativo banalizzandoli fino all’estremo, riuscendo quasi a riassumere volumi e volumi dell’opera di Akira Toriyama in solo una o due frasi!

Una volta buttato giù questo boccone basta considerare il gioco un comune arcade ed interessarsi semplicemente al sistema di combattimento e proprio alle fasi di gameplay in cui questo viene più sfruttato. Da fan della serie ti posso assicurare che è da apprezzare il modo in cui gli sviluppatori nipponici hanno provato a ridisegnare completamente tutti i controlli e tutte le mosse ma, anche in questo caso, si notano le idee ma anche i problemi che ne sono derivati. In primo luogo non riesco proprio a comprendere come mai praticamente la metà dei tasti sono stati assegnati per i movimenti. Gli scatti infatti vengono serviti in addirittura tre varianti, quando alla fine tutto poteva semplicemente essere riassunto in un classico “scatto” già visto anche in passato nella serie. Troviamo poi un unico tasto per tutti gli attacchi d’aura combinabile però con i trigger posteriori per attivare due mosse speciali caratteristiche del proprio personaggio. Si aggiunge poi tutto il sistema di difesa riassunto in un unico tasto di parata che sembra rendere il lottatore praticamente immortale e il tasto d’attacco. Sì, hai capito bene: IL tasto d’attacco. Un solo tasto d’attacco, davvero? Assolutamente non condivido questa scelta che, oltre a non avere nulla a che fare con un picchiaduro toglie tutte la magia delle combo pazze e fortissime che si stava secoli ad imparare: ogni personaggio ha solo una sequenza di attacchi che procede sempre nello stesso identico modo mettendo insieme calci e pugni.

E’ però molto divertente utilizzare le mosse in serie facendo rimbalzare i nemici da tutte le parti e anche le mosse Sincro, che permettono di attaccare con tutti i personaggi della tua squadra lo stesso nemico contemporaneamente.

Team up!

dragon ball battle of z

Il motto principale del gioco è proprio “Team up!”. E’ infatti evidente come gli sviluppatori volessero inserire della strategia nelle battaglie e soprattutto nella preparazione del team per la battaglia. Ogni personaggio avrà delle proprie caratteristiche di cura, d’attacco o di difesa. Tutta la magia però svanisce nel momento in cui ci si rende conto della presenza di alcuni personaggi che, essendo né carne né pesce, riescono tranquillamente a intraprendere ed anzi a vincere una battaglia da soli. Non per il bilanciamento dei personaggi, che comunque qualche volta mostra qualche difetto, ma soprattutto per il fatto che, appena ce ne sarà il bisogno il bisogno, il lottatore potrà semplicemente curarsi e tutto torna a posto. Anche la strategia sul campo era una buona idea ma non sembra così poi necessaria visto il livello di difficoltà. I giocatori comunque potranno curarsi e passarsi energia quando serve.

Se proprio poi capita di finire al tappeto, forse per la telecamera che qualche volta fa qualche dispetto di troppo, basta aspettare un countdown di 5 secondi per ritornare in sesto con il massimo dell’energia e come se nulla fosse successo: il nemico sarà ancora lì davanti, non si è curato e la missione non è ricominciata. Questo elimina ogni tipo di difficoltà, seppur possa essere divertente le prime volte. Ho menzionato la telecamera ed è quindi giusto parlare meglio della confusione del gameplay. In alcuni momenti c’è proprio il caos. Immagina di dover combattere contro quattro nemici utilizzando la tua squadra di quattro combattenti (per un totale di ben 8 personaggi) nello schermo di Playstation Vita. Certo, la soluzione potrebbe essere quella di giocare il titolo sulla console fissa sony (che permette per questo gioco la funzione cross save) ma dalla telecamera non si scappa: capiterà molte volte che questa più che seguire voi starà attenta a non trapassare tutto il casino che è intorno a voi come i personaggi che rimbalzano da una parte all’altra o le mappe incredibilmente dettagliate per un gioco simile. Fidati, in quei momenti finirai al tappeto.

Si salva invece la modalità online, sia per la co-op che per lo scontro in squadre quattro vs quattro ma sicuramente non per la battaglia Royal. Questa infatti offre una modalità tutti contro tutti, con ben 8 giocatori per mappa. Inutile dire quanto la situazione diventi ingestibile semplicemente dopo qualche minuto di gioco!

Grafica, sonoro e comparto tecnico

dragonball battle of z

Il titolo graficamente è più che apprezzabile, con un buon cell shading e delle ambientazioni abbastanza dettagliate, come i modelli dei singoli personaggi che sono sicuramente meno poligonali che in passato. Anche il comparto audio è ottimo con la colonna sonora originale e lo stupendo doppiaggio giapponese e inglese. Il gioco gira a 720p ma, per quanto possa sembrare strano anche al sottoscritto, è molto più “bello da vedere” proprio sulla console portatile Sony: su ps3 invece spesso ci si accorge di un aliasing leggermente fastidioso. Ai dettagli del giocatori e delle mappe però si contrappongono le mosse speciali che proprio non rendono la potenza dell’azione!

Concludendo Dragonball Z: Battle of Z ha di sicuro delle buone idee e iniziative ma finisce spesso per realizzarle male. Il sistema di combattimento è stato davvero banalizzato e seppure la modalità online sia decisamente più che sufficiente, è evidente tutto il pressapochismo per la narrazione degli eventi della modalità single player. Manca la magia che i vecchia budokai tenkaichi avevano. Forse è giunto il momento di mettere il brand da parte per iniziare una riflessione creativa e ritornare poi negli scaffali con un titolone? I fan non aspettano altro! 🙂